Fermata dell'autobus. Il 6 non arriva: ha saltato una corsa. La gente si accumula e via via che qualcuno arriva, si chiede fra quanto passerà il prossimo. Una ragazza sorridente e gentile rassicura che sarà fra pochi minuti. C'è una signora, chiaramente non del posto, che cerca informazioni su come arrivare in centro; le rispondono in tre, fra cui una peruviana, quale autobus prendere.
Finalmente arriva il 6. Passate le prime fermate ci si comincia a guardare intorno e a pensare a quale si deve scendere. Quando si è in una città sconosciuta tutto sembra difficile. C'è una coppia di mezza età con un enorme involucro, devono andare alla fiera antiquaria. - Anch'io! - esclamo - Facciamo la stessa strada -. Una signora che ci ha sentiti si alza addirittura dal proprio sedile, ci viene vicina e ci assicura che ci dirà lei dove scendere. L'autista, poi, si ferma in un posto dove non dovrebbe, ma che è più vicino a dove dobbiamo andare e ci indica la direzione con un sorriso.
Sono esterrefatta. Non ho mai visto tanta gentilezza in un colpo solo.
La cosa terribile è che ne ho quasi paura.
Ma che mi è successo?
12 commenti:
Niente, sei solo di Firenze.
Appunto. Ma che schifo.
Ma perché, a Firenze sono così cafoni? Non m'era sembrato mica... :-S
@Ady: Mah, che dire? Forse non con tutti, forse non sempre, ma sì, temo di sì.
Non sono cafoni, sono inospitali e guardano con sospetto tutto ciò che sa di gentilezza e ospitalità verso chi non conoscono. Sono stressati, bottegai, superbi e provinciali (e perdipiù si ritengono il centro del mondo). Sono anche cinici, malfidati e timorosi del nuovo.
Questo mi appare evidente quando torno, raramente, nella mia splendida città dopo tanti anni, ma l'ho sempre pensato, anche quando ci vivevo, solo che allora pensavo che fosse così tutto il mondo.
Chiaramente non tutti, non sempre.
Mi ha colpito la 3° persona plurale.
Ora, non penso che tu faccia parte del gruppo di gente che descrivi; casomai del non-tutti-non-sempre.
Ma ti ho sentita ancora più lontana. :(
L'uso della terza persona plurale è un evidente (quanto inane) tentativo di distanziarsi da quella parte di me che è come loro (voi, noi).
Del resto, basta leggere Dante. O Terzani...
qualche tempo fa siamo andati a Napoli. Sul bus guardavamo semplicemente la cartina per capire a quale fermata scendere, spontamente quattro o cinque persone si sono messe (contemporanemente!) a darci indicazioni.
Anche per strada, un giornalaio è uscito apposta dall'edicola ad aiutarci perché ci vedeva fermi con la cartina...
A quel punto, tu come fiorentina avrai gridato, fuggendo dal giornalaio: "aiutho! 'E gli è un borseggiathore!"
:D
Scherzaci!
:D
ormai la tua fiorentinità è irreversibile
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