domenica 25 dicembre 2005

Non giudicare ciascun giorno in base al raccolto che hai ottenuto, ma dai semi che hai piantato.

R.L. Stevenson
Io di solito per i regali di Natale mi organizzo con un bel po' di anticipo. Mi piace immaginare qualcosa che può far piacere a chi lo riceve perché poi sono contenta anch'io. Sarà una fissazione.
Di conseguenza mi fa piacere quando mi accorgo che anche gli altri hanno fatto lo stesso con me.
Ma con mia zia le cose non stanno così. Oggi è proprio riuscita a farmi uscire dai gangheri. Lei è da quando ero piccina che mi regala soldi. Non lo sopporto, mi sembra una mancanza di attenzione, come se le facesse fatica uscire e cercare qualcosa di adatto a me. Dice che così mi compro quello che mi piace. Ma non è la stessa cosa!! Io quello che mi piace me lo compro indipendentemente da lei.
Insomma, anche questo Natale le ho fatto un regalino pensato apposta per lei, e gliel'ho portato. Era a pranzo da una sua amica e forse si è vergognata, o forse non voleva regali, fatto sta che ha detto che non dovevo e non l'ha neanche aperto.
Io ci sono rimasta così male che l'ho anche mandata a quel paese davanti alla sua amica. Lo so, non è stato il massimo della finezza e di solito non faccio così, ma ero ferita e delusa.
La prossima volta le rifilo dei soldi anch'io e mi tolgo il pensiero. Uffa.

domenica 18 dicembre 2005

Il 14 dicembre è passata da Firenze la fiaccola olimpica. Un mio amico faceva il tedoforo e così sono uscita di casa affrontando il freddo e il vento, per rendere omaggio con la mia augusta presenza a quella luce itinerante, e anche per salutare lui.
C'era tutto un apparato organizzativo che accompagnava l'evento: i vigili che hanno fermato il traffico, varie macchine dell'organizzazione da cui scendeva gente che comunicava tramite walkie-talkie, carabinieri in motocicletta e poi una baraonda di camion, furgoni e pulmini con tanto di D.J. e musica rap (giuro!) e ragazzi che si muovevano a ritmo.
Da uno di questi pulmini è sceso il mio amico vestito col toni olimpico,omaggio della casa, e fiaccola spenta. Oddio che forma che ha quell'aggeggio! Poco dopo è arrivato il tedoforo precedente, si sono scambiati il fuoco fra decine di scatti fotografici e telefoninici e poi tutta la carovana, arricchita di nuovi spettatori, fra i quali io, ha proseguito verso la tappa successiva.
Ora, detta così, sembra una bischerata condita da esagerazioni tecnologiche e pubblicitarie, ma non so perché, lì per lì, mi sono quasi lasciata sopraffare dall'emozione: nodo alla gola e lacrime ricacciate in malo modo. Insomma, è una tradizione antica. Un simbolo di pace, di comunanza fra gente che si ritrova per giocare, gareggiare sì, ma in fondo per divertirsi, stare insieme e conoscersi.
Amore è conoscenza diceva Leonardo da Vinci. E quanto male avrebbe evitato un po' di conoscenza in più, intesa sia come sapere, sia come vicinanza, frequentazione. Se uno lo conosci, non lo puoi uccidere, non lo consideri "il nemico" da distruggere.
Mi sono sempre chiesta perché ci lasciamo influenzare così dai discorsi di chi vuole la guerra, perché crediamo subito a chi ci dice -E' quello il nemico; se non lo uccidiamo noi, sarà lui a ucciderci-.
La "logica" del potere.
OK, sono un po' in vena di pateticherie stasera.
Comunque.
Tornando a casa poi ho trovato un gruppo di ragazzi che distribuiva volantini; ne ho preso uno:

"Le Olimpiadi sono da sempre associate alla pace tra i popoli e alla correttezza sportiva.
Coca Cola in Colombia, in India e nel resto del mondo significa sfruttamento, assenza dei diritti, devastazione ambientale.
Chiediamo:
- Al comitato olimpico di escludere Cocacola dagli sponsor dei giochi
-A Cocacola di riconoscere le proprie responsabilità e cambiare radicalmente le politiche aziendali
-A te di non bere Cocacola per appoggiare la campagna di boicottaggio e lanciare tutti insieme un segnale inequivocabile.
Appoggiamo il boicottaggio delle olimpiadi da parte della popolazione dellla Val di Susa. Ci disgusta il comportamento antidemocratico e violento dello Stato italiano e delle forze dell'ordine.
Per un mondo più corretto, più pulito, più democratico e più sano boicotta Cocacola."

P.S.
Riportato per la gioia di Riccardo, casomai leggesse...

mercoledì 14 dicembre 2005

Cugino acquistato, anzi inventato, ma fa lo stesso.
Faccia d'angiolino, ironia pungente; a cosa credere? In effetti non ci vuole molto a capire da che parte pende la bilancia, ma lascerò che sia tu a decidere cosa ne penso.
Se mi fossi sposata saresti stato il mio testimone, insieme ad Artemisia ovviamente. Ma ti ho risparmiato l'incomodo.
In compenso ti sfrutto per i consigli "tennologici"; che ci posso fare se sei l'unico hacker che conosco?
Timido e sensibile, rospaccio pieno di spine, ma sempre il mio cugino preferito. E anche amico.
Ciao Murphy, vedi di farti un blog!

martedì 13 dicembre 2005

Una grande passione: la botanica, sfociata poi in giardinaggio, orto biologico e, perché no, fiori di Bach.
Aveva bisogno di tempo per se stessa e ha trovato il modo di ottenerlo.
Sta imparando ad utilizzare l'energia semplice della natura, prendendo solo quello che serve, assecondandola, lasciandola fare da sé, perché tanto la natura lo sa bene come va fatto.
Rispetto e pazienza, conditi con entusiasmo e dolcezza per far crescere piante felici.
Poi però ci inviti a cena, vero? Uhmm, quella vellutata di zucca...

sabato 10 dicembre 2005

Aveva degli occhi così particolari. Profondi non rende l'idea. La profondità non era nei suoi occhi, era fin dove poteva arrivare dentro i miei.
Che razza di relazione c'era fra noi? Amicizia. Amore. Ancora non capisco. Contatti fugaci: professionali da parte mia, inerti dalla sua. Ma la sensazione di avere quegli occhi addosso, quella era netta, palpabile. Una relazione fatta di occhiate, di sguardi socchiusi o palesi che andavano comunque molto al di là delle parole.
L'ultima volta che l'ho visto i suoi occhi erano chiusi, i miei pieni di lacrime.
E ancora adesso
Ci siamo conosciute il primo giorno delle elementari. -Posso mettermi qui?- Sì, vieni-. Da quel momento inseparabili. O quasi, perché in effetti la nostra frequentazione quotidiana è durata solo tre anni. Poi hai cambiato casa e scuola, e poi anche paese. Ma abbiamo cominciato a scriverci, senza mai smettere. Forte, eh?
Sai, sono stata un po' invidiosa di te; da principio della tua bravura e intelligenza: a scuola eri la più brava della classe a pari merito con quell'antipatica della Donatella-mortadella. In seguito, della tua vita così diversa, avventurosa, piena di novità e di stimoli, quanto la mia invece era normale e prevedibile.
Di tanto in tanto ci si ritrova; ogni volta una foto ricordo con l'autoscatto e quelle incredibili facce mentre siamo lì ad aspettare il clic. Dovremmo farci un album.
Sei la depositaria dei miei segreti, una specie di diario a cui confidare i pensieri più veri. Che per di più ti risponde. Sei la mia amica del cuore.

venerdì 9 dicembre 2005

Eternamente in ritardo. Ma come si fa ad arrivare minimo mezz'ora dopo? Sempre. Eccetto quella volta che mi accompagnò all'aeroporto. Certo, ho rischiato grosso a fidarmi. Invece stranamente fu puntuale.
Eppure non c'è verso di arrabbiarsi con lei. Magari quando sei lì che aspetti, pensi le peggio cose da rinfacciarle, arrivi fin quasi a progettare vendette e rivendicazioni, e gonfi gonfi, e dici -Mai più, mai più!-
Però intanto aspetti perché sai che arriva, in ritardo esagerato, ma arriva. E infatti eccotela col suo disarmante sorriso. La tua rabbia si disintegra come una bolla di sapone, non ne resta neanche l'odore; e sorridi anche te.
Ma come fa?
Com'è strana la realtà vista da due diverse posizioni.
Lei si sente insicura, indecisa, banale. Io invece la vedo una che sa quello che vuole, che ragiona, decide, raggiunge il suo scopo. E per di più è une delle poche persone di cui quasi mai discuto il parere perché spesso mi lascia senza parole da ribattere e sono costretta a dirmi, io, che normalmente non lo ammetto mai,- Cavoli, ma ha ragione!-
E' una tipa indipendente, non va soffocata con troppa attenzione o insistenza: si allontanerebbe. E invece, che strano, tutte le volte che è lei a cercarmi, quasi cado dalle nuvole perché mi sembra impossibile che abbia bisogno di compagnia
Leale, limpida, sincera fin quasi all'imbarazzo, ispida e brusca a volte. Una delle mie migliori amiche.
Le Petit Prince pour moi

E' un libriccino, un racconto per bambini, scarno, quasi assurdo, decisamente irreale. Eppure affascinante; per me è stato addirittura travolgente.
Seconda superiore; la nostra prof di francese ce lo propose come lettura in classe e passammo un intero anno a spulciarlo parola per parola con una pazienza da certosini. Lo sapevo quasi a memoria e mi piaceva, non posso dir di no.
La copertina un po' sgualcita, le pagine quasi consumate, i margini pieni di appunti. Un libro vissuto.
Poi un giorno lo prestai. Non l'ho più riavuto indietro.
Non ricordo neanche il nome di quella ragazza a cui lo detti, non saprei rintracciarla. Ma come ho fatto?! Perso per sempre. E non ho mai neanche voluto comprarne un'altra copia. Impossibile: il Petit Prince era "quello" e basta.

lunedì 5 dicembre 2005

"Bien sur, dit le renard. Tu n'es encore pour moi qu'un petit garcon tout semblable à cent mille petits garcons. E je n'ai pas besoin de toi. E tu n'as pas besoin de moi non plus. Je ne suis pour toi qu'un renard semblable à cent mille renards. Mais si tu m'apprivoises, nous aurons besoin l'un de l'autre. Tu seras pour moi unique au monde. Je serai pour toi unique au monde."

Tratto da "Le petit prince" di Antoine De Saint-Exupéry

domenica 4 dicembre 2005

Amicizia
Solo donne. Le mie amiche sono solo donne. Ci sarà un motivo? Dev'essere l'affinità di pensiero, di esperienze forse, di gusti. Ma non è solo questo, c'è qualcosa che va oltre e che non riesco a catturare. In effetti ho avuto anche un grande amico maschio. In comune c'è che con tutte queste persone mi sento a mio agio e posso parlare di qualunque argomento.
Senza di loro mi sentirei persa.

sabato 3 dicembre 2005

Secondo gli Ottomani ci sono tre cose che proprio non si possono nascondere: l'amore, la tosse e la miseria.