domenica 31 ottobre 2010

Attori da strapazzo

Due settimane di prove per una performance in biblioteca, al gruppo di lettura. Stornelli e brevi monologhi su vicende e personaggi del luogo.
Io chiamata a strimpellare la chitarra come accompagnamento.
Una regista pignolissima che ti sostituisce un "ma" con un "però" all'ultimo momento; i vestiti adeguati per fare i cantastorie, da trovare in fondo ai cassetti o sepolti nell'armadio; un gruppetto di raccattati che vanno ognuno per conto suo e io che devo arrancargli dietro inventando accordi lì per lì.
E finalmente si va in scena.
E si sbaglia tutto: le parole, i tempi, gli attacchi, cadono i fogli, si inciampa nelle sottane.
Ma inaspettatamente il pubblico alla fine applaude: non s'è accorto di nulla?
Non importa, gli siamo piaciuti. Siamo stati bene.
Che figura, però.

giovedì 21 ottobre 2010

Il ladro di bouquet


Quasimodo è il gatto della mia vicina di casa. E' bellissimo, pelo beige gonfio e morbido, occhi azzurri incantatori, tranquillo e caparbio, curiosissimo.
Ovviamente non va d'accordo col mio che si è visto spodestato del tetto di cui ora non è più l'unico passeggiatore; appena lo vede gli soffia e spesso ho trovato ciuffi di peli variegati neri e beige in casa mia, segno di lotte finite zero a zero.
E' evidente che Quasimodo, infischiandosene della cattiva accoglienza, entra a suo piacimento anche nel sancta sanctorum del suo dirimpettaio nero.
L'altro giorno che avevo lasciato sbadatamente aperta la porta di camera, al mio rientro ho trovato degli oggetti spostati e m'è parso che mancasse anche un mazzolino di fiori secchi che conservavo da tempo e che varie volte avevo pensato di cestinare. Lì per lì il dubbio di averlo buttato via mi si è ripresentato e con questo ho chiuso la questione.
Ieri sera la vicina di casa mi ha sentito arrivare, ha aperto la sua porta e mi ha detto: -Senti, scusa un attimo, ma questo è tuo?
Era il bouquet. In pratica era successo che una mattina mentre si stava lavando il viso ed era quindi senza lenti ne' occhiali, ha visto apparire il suo gatto con qualcosa in bocca ed ha subito pensato che fosse una preda tettaiola magari ancora viva. Allora ha rinchiuso il gatto, si è armata di occhiali, guanti e stracci e ha riaperto la porta al gatto.
Questo era sempre lì dietro che la guardava un po' offeso, sgranando i famosi occhi azzurri e con in bocca .... un mazzolino di fiori. Per lei.
Mi ha confessato di essersi addirittura commossa.
E allora io che dovevo fare? Riprendermi i fiori? No, erano suoi ormai, un omaggio del gatto Quasimodo, ladro di bouquet.