lunedì 20 luglio 2009

L'altra campana

In treno mi si siedono accanto un ragazzo e una ragazza che viaggiano insieme; sistemano le borse e poi cominciano a chiacchierare. Alzo gli occhi dal mio libro e sbircio: lei bionda, lineamenti delicati, occhi marroni; lui scuro di pelle e capelli, arabo direi. La sorpresa è che parlano in francese, ma un francese strano, cioè mi accorgo io che lo so poco, che fanno degli errori, quindi non sono madrelingua.
Il mio libro ormai è andato in cavalleria: è troppo più divertente seguire i loro discorsi, soprattutto perché credono di non essere capiti.
Lui insiste per avere il cellulare di lei; lei tergiversa, ma alla fine cede, a me sembra più per educazione che per convinzione, ma contenta lei!
In breve scopro le nazionalità: Marocco e Romania. Lei dev'essere qua di passaggio perché chiede a lui notizie della gente, di come si rapporta con gli immigrati. Ho drizzato le orecchie: sentiamo un po' che risponde.
Mi ha sorpreso perché ha detto che in fondo tutto il mondo è paese, che c'è il buono e il cattivo come dappertutto e che qui magari la gente che non ti conosce è un po' restia, ma poi ti trattano bene e con gentilezza.
Però. Lo dovrebbero sentire quelli della Lega. O forse lui dovrebbe sentire loro: cambierebbe idea, mi sa.