lunedì 24 marzo 2008

Gatto nero

Vi è mai capitato che un gatto nero vi attraversasse la strada? A me due volte: la prima mentre stavo andando a dare l'esame di maturità, che ho passato senza lode nè infamia, come del resto mi aspettavo, e la seconda volta ieri, mentre tornavo a casa. E sono arrivata.

La cosa buffa è che il tipo sulla corsia opposta che si è visto tagliare la strada da quella freccetta nera come a me, lui si è fermato ed ha lasciato che qualcuno lo sorpassasse e si prendesse così la malasorte al posto suo. Ma via!!

Però chissà, forse io sono immunizzata da 13 anni di convivenza con lui:

venerdì 21 marzo 2008

Al cinema

Le due amiche erano entrate nella sala semivuota del pomeriggio e si erano sedute nelle poltrone rosse convinte di vedere un filmino tranquillo, divertente, bellino.
Invece no.
Era uno strano film, un cartone animato "povero", bidimensionale, come non siamo più abituati a vederne. La storia però da urlo: l'adolescenza di una ragazza iraniana che ha vissuto i cambiamenti epocali dallo scià fino al'integralismo di oggi.
La guerra fatta con le stesse armi fornite anche al nemico, le morti inutili, le delazioni, la mancanza di libertà, il velo.
Sprofondate nelle poltrone le due amiche erano sempre più sconvolte ma catturate da quelle semplici immagini che sapevano essere più esaurienti della realtà.
Una si riprometteva di far vedere il film ai suoi allievi; l'altra cercava di mascherare l'emozione chissà come perché non aveva neanche il fazzoletto a portata di mano.
Poi la botta finale: un semplice particolare, due parole, ma dette con quella intonazione e l'uso del fazzoletto è divenuto una necessità imperante.
- Accidenti, non credevo che ti avesse così sconvolta! -
-No no, ora mi passa -
Un semplice particolare, due parole che avevano risvegliato un ricordo sopito, una persona speciale. Che non vedrò più.

sabato 8 marzo 2008

Sette segreti

1. Quando ero bambina ho tagliato in due delle formiche stupendomi di come continuassero a muoversi per un po'. Ancora oggi mi chiedo che razza di mostro fossi.

2. Ai tempi delle scuole medie avrei dato non so che per essere un maschio o comunque per sembrarlo. Come donna mi sentivo estremamente vulnerabile, poi ho fatto diversi anni di ju-jitsu e mi sono sentita meglio.

3. Mi capita di lasciarmi prendere da improvvise e furiose antipatie verso persone magari appena intraviste. Non sarà che do troppa importanza al linguaggio non verbale?

4. Rimpiango i brevi periodi dell'innamoramento, quella sensazione di svagatezza, imbambolamento, fluttuante felicità, alternati alla cupa disperazione di un dubbio improvviso: -e se lui non...-

5. Fufi, il mio gatto-rospo. Non lo sopporto più. Penso seriamente al divorzio.

6. Ho molta molta molta stima di me stessa. Il che mi porta a giudicare gli altri forse più aspramente di quanto meriterebbero. Anzi, di certo.

7. Davanti alle Ninfee di Monet mi sono messa a piangere: mi vergognavo come una ladra sperando che tutti pensassero ad un forte raffreddore, invece no, è l'emozione, come quando passano i cortei coi costumi storici per le vie della mia città, una cosa messa su per i turisti, ma io piango.