sabato 30 dicembre 2006

Una scelta

Ieri sera è venuta in reparto una signora per un piccolo trattamento terapeutico. L'avevamo conosciuta l'anno scorso quando era ricoverata per la chemioterapia: una tipa da prendere con le molle, la classica "rompi" che stava attenta a tutto e voleva sapere il significato di ogni mossa. Ci si sentiva controllati e giudicati. Non è facile lavorare così. Però io e la mia collega eravamo riuscite a trovare un varco nella sua ritrosità e a carpire un po' della sua fiducia. Insomma, andavamo d'accordo.
Rivederla non è stato un shock: mi pareva in forma, elegante, ben pettinata, scattante.
E infatti gliel'ho subito detto:- Ehi, la trovo davvero bene!- Ma sono stata subito smentita. Ha raccontato di essere stata operata addirittura due volte al fegato e nonostante questo il cancro è ritornato caparbio sempre lì. Ha detto che i dottori le hanno proposto di nuovo una certa chemio che lei ha già fatto e di cui conosce gli effetti collaterali che la spaventano: non tanto la nausea e il vomito, ma la pelle delle mani e dei piedi che si secca, si spacca, sanguina, fa male.
Detto così sembra tollerabile: hai la pelle secca sì, ma sei viva. Beh, è proprio questo il punto, ha continuato lei, che non è più disposta a soffrire, neanche relativamente poco, per vivere forse altri cinque o sei mesi. Non ne vale la pena.
Io e la mia collega siamo rimaste zitte ad ascoltarla e credo che lei non pretendesse altro, ne' smentite ne' conferme: era già oltre.
Se n'è andata col suo passo deciso, la faccia di chi ha raggiunto una certezza. Lasciandoci sbigottite, ammirate, tristi.



Scusate ragazzi, mi rendo conto che ultimamente i miei post tendono a essere monotematici: parlo sempre di lavoro.
Il fatto è che certe cose mi colpiscono, mi fanno riflettere e ho bisogno di sapere che qualcuno proverà a capire, proverà a immedesimarsi anche solo un attimo. Mi fa bene sapere che ci siete.

lunedì 11 dicembre 2006

Idrolitina

h 3.50 a.m. -Ciao, non dormi?- Mi sono appena affacciata alla porta e lui ha aperto gli occhi. Non dorme. Ha la febbre, i globuli bianchi sotto i tacchi, gli girano parecchio le scatole e ha sete.
Mi fa: - Senti, ti riesce preparare l'idrolitina?- Eh?- Sì, quella bustina da mettere nell'acqua per farla sapere di qualcosa-.
Pensavo non esistesse più, è da quando ero piccina che non la sentivo rammentare; mai usata in casa mia, forse la prima volta che l'ho vista è stata dalla Cinzia quando avevamo meno di dieci anni. Una bottiglia d'acqua quasi piena, la bustina da rovesciare dentro, precisa, senza buttarla di fuori e poi si strige bene il tappo e si agita.
Io non sono mai riuscita a berla, mi dava un senso di artefatto, di alchemico, di innaturale e poi era anche un po' salata.
Ma a sentire loro, i cultori dell'idrolitina, non c'era niente di meglio.
Va beh.
A preparargliela ci sono riuscita senza buttarne di fuori neanche un chicco e certo dà soddisfazione vedere che ne ha già bevuta mezza bottiglia.
Basta poco a volte a far contento qualcuno.

giovedì 23 novembre 2006

courtoisie, gentillesse, amabilité

Avevo portato il mio fantastico velocipede a raccomodare, anche lui sente l'età, ma poi quando bel bella sono andata per riprenderlo, ho scoperto che non l'avevano neanche toccato: troppa fila prima.
Bene, e ora come ci vado a lavorare? A piedi? Lontanino. In autobus? Per carità!
Per fortuna il raccomodatore mi è venuto incontro offrendomi un incredibile servizio: la bici di cortesia!
La bici di cortesia. Che bella idea. Me ne sono servita "a gratis" fino a che non mi hanno reso la mia e devo dire di essere rimasta davvero sorpresa. Cortese la bici e cortese il biciclettaio. Ci vediamo alla prossima foratura!

sabato 4 novembre 2006

Quattro Novembre

Oggi 4 novembre giornata delle forze armate.
Ma chi l'ha detto ?
Oggi 4 novembre giornata delle forze DISARMATE.
L'ho trovato scritto su un volantino distribuito dagli Umanisti che sfilavano per la mia via.
Mica male l'idea. Soprattutto mi piace il fatto che nella mia città dedita al e schiava del turismo, qualcosa si muova, anche solo un corteo che sventola bandiere arcobaleno.

mercoledì 18 ottobre 2006

Nobiltà decaduta

La prima cosa che si nota di lei sono i capelli, anzi la parrucca, lunghi, neri, lucidi, veri senza dubbio, forse erano i suoi. Quelli di adesso si intravedono sotto, crespi e grigi.
E' alta e secca, gli occhi diafani protetti dalla frangia e da enormi occhiali da sole. Ci vede poco comunque.
L'abbigliamento è bizzarro: una giacca nera avvitata, una sottanina fatta all'uncinetto come quelle coperte con tanti quadratini cuciti insieme; calze leopardate che si tuffano dentro a bassi stivaletti slacciati; una borsetta portata con noncuranza.
Un tipo eccentrico, diciamo.
Una donna anziana, sola, che vive di ricordi e certo di glorie passate. Una persona gentile e sensibile, costretta a disfarsi di una proprietà fantastica sulle colline intorno a Firenze. Le sue piante, i suoi vasi, il gazebo, i rosi.
Mi vuole regalare un acero, uno di quegli alberi che diventano tutti rossi in autunno, perché ha sentito che qualcosa ci accomuna, così come l'ho sentito io.
L'avrei abbracciata, di getto, solo per consolarla, per proteggerla, per compassione. Ma poi non l'ho fatto, forse si sarebbe spaventata.
Però è bello quando all'improvviso capita di trovarsi in perfetta sintonia con un'altra persona. Ti lascia la bocca dolce e l'anima leggera.

lunedì 16 ottobre 2006

Giudizi affrettati

"-Ma è vecchia!-, dissi. La reazione di Berenson fu violenta. -Quello che avete detto è volgare. Spero che non sarete così sciocca da credere che la giovinezza sia un merito. Anche i cretini sono giovani; ma per fare una 'vecchia' come la Wharton ci vogliono anni e decenni di educazione dello spirito, ci vuole una vita intera di lavoro, d'intelligenza e, quando il tempo incalza, anche di coraggio-."

Tratto da "Il segno sul braccio" di Clotilde Marghieri

giovedì 10 agosto 2006

koimeterion

Che sensazioni particolari. E' stata una giornata incredibilmente atipica quella che ho passato in campagna con la mia amica del cuore.
Mi sono stupita io per prima di me stessa e del mio piangere a dirotto. Non volevo che succedesse, ma ormai la diga era crollata e mi rendevo comunque perfettamente conto che piangevo per il dolore che provava lei; non so cosa avrei fatto per poterglielo evitare, ma contro la morte non si può fare niente, solo sorriderle [appunto!].

mercoledì 26 luglio 2006

Acqua a catinelle

Me ne stavo pigramente stesa al sole sul prato che costeggia la piscina, a circa 20 minuti in bici da casa mia, quando qualcuno ha detto:- Guarda che nero, fa come ieri-. Ieri, cioè, si erano aperte le cataratte del cielo e con tuoni e fulmini era venuto giù un temporale coi fiocchi.
Insomma, costretta da quella osservazione ho alzato gli occhi e ho dovuto confermare che il nero c'era eccome. Allora, un po' dispiaciuta e con molta calma ho fatto l'ultimo bagno in piscina, poi ho raccolto le mie cose, sono andata a farmi la doccia, ho raggiunto la bici e sono partita: destinazione casa mia, in centro.
I primi goccioloni mi hanno colpito in San Frediano, ma ho proseguito. Sul ponte Santa Trinita ero già da strizzare. In Porta Rossa uno spiritosone da sotto una tettoia mi ha chiesto se gli davo un passaggio, come no, salta su. In Piazza della Repubblica sono arrivata al top quando frotte di turisti dai portici mi hanno fatto l'applauso e perfino delle foto.
Insomma, ho raggiunto la notorietà senza volerlo.
Se mai vi capiterà di vedere la foto di una bischera in bici sotto un temporale estivo, beh, sono io!

mercoledì 19 luglio 2006

Energia naturale

In questi giorni ricoverato lì da me c'è un fisico, nel senso, un professore di fisica, ma non insegna e basta, fa anche ricerca. Siccome ora sta un po' meglio, ci siamo messi a parlare. Mi ha detto che per diversi anni si è occupato del nucleare e adesso è passato alla miniaturizzazione. Io l'ho guardato come se mi parlasse di fantascienza: della miniaturizzazione ho solo letto nel libro di Asimov, ma invece pare siano cose attuabili, anche se non proprio riferite a mini astronavi. Parlava della luce: in pratica esistono delle mini lampadine costituite solo da qualche centinaia di atomi che riescono a illuminare a basso costo e soprattutto senza quasi nessuna manutenzione perché durano una vita. Ma come per l'energia eolica e per i pannelli solari, anche qui chissà come, non c'è verso di andare avanti: insomma il tutto già esiste, ma non viene applicato per ragioni politiche e ovviamente economiche (leggi appalti pilotati e bustarelle varie).
Possibile che non ci diano la possibilità di migliorare la nostra vita? Eppure siamo tanti, ma non contiamo proprio nulla.
Cosa possiamo fare di concreto?

mercoledì 12 luglio 2006

In piscina

Erano almeno due anni che non vedevo dal vivo gente in costume ed erano decisamente più di due anni che non andavo in piscina, ma quando ieri ho fatto entrambe le cose, sono rimasta stupita di quanta bella gente ci sia a giro. Bella in senso fisico: corpi proporzionati, muscolosi, abbronzati, viziati direi.
Non è che mi dispiaccia guardarli, ma come al solito mi faccio prendere dalle mie vecchie idee imparate agli scout: quel che conta è esser belli dentro, gentilezza e disponibilità e ovviamente intelligenza, non hanno prezzo, il fuori è solo un involucro,...
Ma non posso negare che un po' d'invidia me l'hanno fatta e quasi mi vergognavo ad alzarmi dal mio asciugamano steso rigorosamente all'ombra, e tuffarmi in piscina.
Questo la dice lunga sul condizionamento riflesso.
Comunque, al diavolo la cellulite, il bagno l'ho fatto!

giovedì 22 giugno 2006

La prima notte d'estate

L'ho passata a vedere le lucciole. E' bello che una cosa così semplice possa dare tanta tranquillità: stavo semplicemente seduta fra le lucciole e non avrei mai smesso di guardarle. Un po' come l'ipnosi da caminetto, ma quello va bene per l'inverno.
Adesso è estate!!

mercoledì 21 giugno 2006

Tre personaggi inversi

Vittorio, suo figlio, era appena partito per l'estero, sarebbe stato via qualche mese. Lei, Marilena, lo aveva accompagnato al treno e aveva aspettato finché gli sportelli non si erano chiusi, quasi rammaricandosi che gli Eurostar, nella loro efficienza, non permettessero più a chi partiva di affacciarsi per un ulteriore saluto e a chi restava di sventolare un fazzoletto. Credo che l'avrebbe fatto.
Adesso si sentiva sola, come se le avessero tolto qualcosa di dosso, di dentro. Per fortuna però c'era Luciano, il suo uomo; lui l'avrebbe aiutata a superare questo primo momento, le sarebbe stato vicino. Ma il giorno dopo quando entusiasta gli ha fatto vedere un messaggio spedito da Vittorio, lui non ha saputo frenare un moto di ironia. A lui Vittorio non piace, crede che la cosa sia reciproca, forse sono entrambi gelosi di Marilena e non capiscono che il suo affetto per loro è uguale e diverso.
E' una guerra silenziosa e inutile che poi porta a scatti, parole e sottintesi dannosi.
Infatti Marilena si è offesa e adesso che fare? Ritornare sull'argomento, chiedere scusa, far finta di niente?
E' strano come a volte è proprio con le persone più vicine che non riesci a comunicare, gli vuoi bene e non lo dici, pensi sia sottinteso.
E continui a perdere tempo.

D/R

Domanda: Prendete il libro più vicino a voi e apritelo a pag. 18. Cosa c'è scritto alla 4° riga?
Risposta: stampante non funzionante perché si inceppa la carta

D. Qual è l'ultima cosa che avete visto alla televisione?
R. Lost

D. Senza guardare indovinate che ore sono: R. l'una
D. Adesso verificate che ore sono veramente: R. 1,14

D. Oltre al rumore del vostro computer, che altri rumori sentire?
R. Quello della stampante e il chiacchierare delle mie colleghe.

D. L'ultima volta che siete usciti, che cosa avete fatto?
R. Sono venuta qui a lavorare.

D. Prima di cominciare questo questionario cosa stavate guardando?
R. Gli orari del treno per la mia collega.

D. Cosa state indossando in questo momento?
R. Casacca bianca, pantaloni bianchi, zoccoli.

D. Avete sognato la notte scorsa?
R. Sì.

D. Quando avete riso l'ultima volta?
R. Prima, a cena.

D. Cosa c'è sulle pareti della stanza in cui vi trovate in aquesto momento?
R. Una foto, un orologio, un pannello per appunti.

D. Avete visto qualcosa di strano oggi?
R. TROPPI turisti, ma ormai è la norma.

D. Cosa pensate di questo questionario?
R. All'inizio mi fa rabbia, poi mi prende.

D. Qual è l'ultimo film che avete visto?
R. La terra

D. Se diventassi multimiliardario stasera, cosa faresti?
R. Andrei a letto contentina.

D. Racconta qualcosa di te che non sappiamo ancora.
R. Mi sono scoperta una forma acuta di passione per le arrampicate, non lo sapevo neanche io.

D. Cosa cambieresti?
R. Il panorama di stasera.

D. Ti piace ballare?
R. Mi vergogno, ma sarebbe bello.

D. George Bush?
R. Occhi troppo vicini.

D. Quale sarà il nome del tuo primo figlio nel caso fosse una femmina?
R. Sempre il solito da quando andavo a scuola: Blanche (alla francese).

D. Quale sarà il nome del tuo primo figlio nel caso fosse maschio?
R. Stefano.

D. Avete sognato di vivere all' estero?
R. Sono indecisa fra Parigi e la Nuova Zelanda. Mi attirerebbe anche la Norvegia, ma d'inverno è troppo buio.

D. Cosa vorreste che Dio vi dicesse quando varcherete la soglia del paradiso?
R. Ma figurati se c'è proprio lui lì ad aspettarmi.

D. Quali sono le altre 4 persone che dovrebbero fare questo questionario sul loro blog?
R. PiB, Lophelia, Tornasole, Riccardo.

lunedì 22 maggio 2006

Piccolo furto

Mi hanno rubato una boccettina di profumo dall'armadietto. Era nuovo, appena comprato a Parigi, ci tenevo, mi piaceva. Ci sono rimasta malissimo. Rubare, a me sembra una vigliaccata oltre che una mancanza di rispetto. E poi quell'impotenza di fronte al fatto compiuto, quel cercare di capire quando e come è successo, come se potesse servire a farci star meglio, a trovare una scappatoia al fatto che ti sei fatta fregare.
Un'ulteriore delusione è pensare che sia stata una collega, una che si cambia lì con te e approfitta del fatto che sei a fare la doccia. Ma non puoi mica chiederle di farti controllare dentro la sua borsa!
Com'è che basta così poco a farti perdere la fiducia nel mondo intero? In effetti di casi del genere, e peggio, se ne sentono continuamente, ma è solo quando ti toccano di persona che bruciano sul serio. Mi sento molto egoista. Forse questo fatto dovrebbe spingermi a fare più caso al "fuori".
Chi era Pollyanna che trovava sempre qualcosa di buono, anche nelle cose più antipatiche che le succedevano?

martedì 25 aprile 2006

Lo shiatsu è...

Lo shiatsu è una disciplina evolutiva.
Lo shiatsu valorizza le risorse vitali di ambedue le persone coinvolte nella pratica, permettendone la migliore espressione secondo la potenzialità, i tempi e le modalità peculiari di ciascuno.

Lo shiatsu genera una migliore qualità della vita qualsiasi sia l'età, la condizione e lo stato di benessere/disagio dei soggetti coinvolti.

Lo shiatsu non è una terapia alternativa, non è una medicina non convenzionale, non è un massaggio terapeutico, sportivo o estetico.

I benefici dello shiatsu sul piano sintomatico e della prevenzione sono frutto non di un'attività mirata alla cura delle patologie, ma di un naturale processo di "autoguarigione" connesso al generale miglioramento della vitalità.

giovedì 13 aprile 2006

Consigli sì, consigli no

Un mio amico si sta innamorando di una tipa che secondo me è sbagliatissima per lui.
Questa è l'affermazione, ora vediamo cosa c'è da confutare. Intanto c'è che a questo mio amico gli voglio un gran bene e non voglio che soffra. Ma come faccio io a sindacare cosa è meglio o peggio per lui? La tipa in questione non piace a me, ma in fin dei conti non deve piacere a me.
Sì, ma se poi lo fa soffrire? Io la conosco: mi sembra una grande oppurtunista, mentre lui è un candido. Va poi aggiunto che se gli dicessi chiaro e tondo quel che penso, non solo m'intrufolerei nei suoi affari, ma forse gli darei anche un parere di cui non saprebbe che farsi. Da quando in qua uno innamorato dà retta ai pareri degli altri? A pensarci bene neanche io l'ho mai fatto.
Quindi che resta da fare? Niente. Farà lui quel che si sente. In fondo nessuno può sfuggire al suo destino.
E dopo questa bella frase filosofica, vi do la buona notte e staremo a vedere.
In fondo sono anche contenta di non dover poi tirar fuori il solito odiosissimo "te l'avevo detto". Mi prenderei a schiaffi quando mi scappa.

martedì 28 marzo 2006

Delusa

Era seduta accanto a me alla mensa. Io avevo avvertito la presenza di qualcuno, ma non mi ero neanche voltata. E' stata lei a chiamarmi. Non ci vedevamo da anni. Per mia scelta. Tempo fa avevo reputato inutile la sua compagnia e l'avevo allontanata praticamente senza una spiegazione.
A dir la verità questo mio comportamento mi è sempre parso troppo razionale rispetto a come sono io, ma non ho fatto niente per cambiare le cose.
Oggi mi sono sentita una stronza: stavo sulle mie e le rispondevo quasi a monosillabi. Lei invece non era affatto arrabbiata con me, sorrideva, mi ha anche proposto di rivederci.
Non ho raccolto. Stronza fino in fondo. Quando ci siamo salutate invece del classico "Ci si vede" o "A presto", l'ho ringraziata della compagnia e ho girato le spalle.
Potevo fare di più. Potevo far di meglio.

lunedì 13 marzo 2006

Primavera?

Nel dormiveglia della mattina prestissimo mi sono trovata a sorridere: dalla finestra aperta entrava il cinguettio di un uccellino, un suono allegro, una musica naturale. E' quasi primavera seddiovole, mi sono detta. Ma invece oggi è quasi nevicato.
Ricanterà domattina quell'uccellino? Beh, io la finestra la lascio aperta...

giovedì 2 marzo 2006

Lacrime inopportune

Vi devo raccontare una cosa. Non sono riuscita a dirla a nessuno, ma forse scriverla mi farà bene.
Per la prima volta in venti anni che lavoro in ospedale mi sono messa a piangere, sono letteralmente scoppiata in lacrime davanti a un paziente.
Lui sta morendo e ne è perfettamente cosciente. Le sue condizioni fisiche sono estenuanti: non funziona più nulla. Mi sono affacciata sulla porta della sua camera; mi ha guardata; sono entrata, gli ho chiesto -Come va?- ha socchiuso gli occhi e poi mi ha domandato quanto, uno nelle sue condizioni, può andare avanti. Ha fatto insomma una domanda indiretta, forse per una residua, minuscola incredulità. Gli ho risposto che nessuno lo può sapere, che non esistono regole, che di varianti ancora ce ne sono.
Armeggiavo tra pompe e flebo per darmi un contegno, per rimandare quanto sapevo sarebbe successo, poi infatti l'ho guardato e addio, giù a piangare.
Mi sono sentita così stupida, inutile, perfino dannosa. Ma come? Invece di aiutarlo, di confortarlo, di sorridere, piango. Io, mica lui, io! Mi ha anche preso la mano, poverino, per consolarmi.
E ora sono qui a cercare di capire che cavolo m'è preso. Cosa c'è di diverso stavolta. In fondo si tratta della morte. Nient'altro che della morte.

domenica 26 febbraio 2006

Rustica e sarvatica

No, a vederti non sembri certo simpatica, anzi ti si giudica subito scostante e troppo sulle tue, quando poi non passi addirittura inosservata (come alla stazione recentemente).
Capelli irrequieti, occhi attenti e forse implacabili, non sorridi, parli il giusto. Ma che pensa una così? Sicuramente uno che ti vede pensa di te:- Che sarvatica questa qui!-
Invece come al solito le apparenze ingannano e quanto! Sul sarvatico no, hanno ragione, ma a conoscerti anche solo un pochino si scopre il pozzo di disponibilità, di comprensione e di simpatia che sei. Una schietta, una che va subito all'osso, ma che sicuramente non potrebbe mai prenderti in giro. E' un piacere conoscerti. Gente come te ti riconcilia con la vita e un po' anche col resto dell'umanità.
Non è poco. Grazie.

sabato 11 febbraio 2006

Oddio le catene!

Detesto le catene, le fermo tutte; OK, questa è l'ultima...


7 cose che voglio fare prima di morire:
- imparare bene l'inglese
- andare in Tibet
- trasferirmi in un altro paese, forse la Nuova Zelanda, ma molto prima di morire
- imparare a ballare il tango
- vacanze in camper stile "va où te mène le vent"
- avere un cane
- fare una meditazione seria, almeno una!

7 cose che non posso fare
- volare
- essere invisibile
- avere una gemella identica
- incenerire quelli che aprono lo sportello proprio quando passo in bici
- vociare
- e lo vorrei tanto: comunicare con la telepatia
- partire per le vacanze adesso

7 cose che mi piacciono del bloggare
- leggere i blog degli altri
- l'ultima poesia pubblicata da Henry, quella sul colpo di fulmine
- sentire nuovi pareri
- trovare il coraggio di farsi "sentire"
- scoprire che un'amica è ancora più interessante di quanto credevo
- ridere di certe battute
- il rispetto che c'è tra noi

7 cose che dico spesso
- no, non si preoccupi
- ma guarda che stronzo! (in bici)
- non ci posso credere!
- che ore sono?
- ciao Monsieur
- buongiorno, come va?
- mitico!

7 libri che mi piacciono
- Elianto
- Pappagalli verdi
- Cigni selvatici
- Rinascimento privato
- Il sistema periodico
- Il bacio della donna ragno
- L'amico ritrovato

7 film che mi piacciono
- Brokeback mountain
- Pane e tulipani
- La Tigre e il Dragone
- La meglio gioventù
- Notre Dame de Paris (versione in francese)
- Himalaya
- The Blues Brothers

giovedì 9 febbraio 2006

Notte a lavorare

A volte mi pare di sentire dei rumorini, come dei passi felpati, un'ombra che passa, oppure una presenza certa. Allora mi giro, ma non c'è nessuno. O meglio, non vedo nessuno.
Lavorare di notte in un reparto silenzioso; tutti per fortuna dormono tranquilli, io devo solo controllare, mi alzo, faccio un giro, tutto OK, torno a scrivere.
E ancora quella sensazione che ci sia qualcuno "di troppo".
Ma non mi fa paura. In fondo è normale: forse la morte lascia dei brandelli di incredulità, di stupore, di smarrimento iniziale o forse anche di nostalgia, chissà.
In fondo mi piace questa condivisione, questa quasi complicità silenziosa, impalpabile.
Succede solo di notte.

lunedì 6 febbraio 2006

Cane e gatto

Sono neri tutti e due, e tutti e due hanno una macchia bianca sulla pancia. Taglia piccola, affettuosi (almeno con me), sempre affamati e con tanta voglia di giocare. Ma tra loro non si possono vedere. Cane e gatto. Uno che abbaia arrabbiato e quell'altro che soffia a più non posso.
Ma che ci sarà poi di tanto diverso tra loro? Perché non giocano invece di farsi la guerra?
Vederli insieme sembra la caricatura della gente che non si conosce e istintivamente ha paura che l'altro sia cattivo. Invece basterebbe solo frequentarsi un po' e vedere come realmente siamo. Che c'è di così difficile?

lunedì 23 gennaio 2006

Ahii ai ai aiii

C'è un tizio sotto casa mia che tutti i giorni regolarmente e con qualsiasi tempo, compreso il ventaccio gelato odierno, viene e suona la fisarmonica aspettando l'elemosina.
Il fatto terribile è che suona sempre la stessa musichina. Per ore!!"Ahi ai ai aii canta el mio cuoree porché cantando..." e poi non la so più.
Giuro, è snervante. Mi verrebbe la voglia di buttargli una secchiata d'acqua. Ma non ho le finestre nel posto giusto. E poi sarebbe una bella carognata, con questo freddo. Ma almeno smetterebbe...
Ogni tanto capita qualcuno che gli vocia -Oh! Cambia musica!- Ma lui imperterrito. Ahi ai ai aii.
Una mia amica, a cui ho confidato la mia pena uditoria, mi ha consigliato di scendere e dargli 10 euro: così raggiunge la quota e se ne va. Già. Ma domani?
Mi sa che l'unica cosa da fare sia assuefarsi alla ripetizione, un po' come un mantra, e lasciarsi trasportare verso il nirvana.
Ma per l'appunto proprio ora il tizio decide di cambiare repertorio: "Basame basame mucho..."
AIUTOOO

Una giornata nel bosco

Mi sono accorta di aver un po' perso l'allenamento: prima ci andavo più spesso a camminare dalla mattina alla sera. Poi, col tempo, chissà perché queste gite si sono diradate.
Ma ieri è stato perfetto. Sveglia presto, freddo giusto, sole e cielo azzurro. Gli ingredienti ci sono.
Il piacere di mettersi degli scarponi comodi e cominciare a camminare con l'impressione di poterlo fare all'infinito. L'aria frizzante che solletica il naso. La salita che fa passare il freddo in pochi minuti. Addentrarsi nel bosco povero di colori eppure così attraente: intrico di rami dove si intravedono già le prime gemme, stagliati contro il cielo pulito. Qualche sorprendente fiorellino giallo sbocciato al riparo dal vento quasi a volerti dire che la primavera sta' sicuro arriverà. Quella comodissima pietra piatta e asciutta al solicino: posto ideale per fermarsi a mangiare. Il maneggio in cima al colle con quei quattro cavalli immobili e attenti, rinvoltati nelle loro coperte.
E poi gli scarponi che adesso si fanno un po' sentire e non hai più voglia di tenerli all'infinito. Il sole che comincia a calare; il vento che fa lacrimare gli occhi e colare il naso. E allora è un sollievo arrivare alla macchina, sedersi e farsi trasportare, alla buonora!
E poi percorrere gli ultimi pochi metri per arrivare a casa con gli occhi addosso di tutta quella gente vestita bene che è andata a fare un giro in centro e vede passare una rinvoltata in una vecchia giacca a vento, con gli scarponi infangati e lo zaino. Beh, non certo elegante, no, ma soddisfatta eccome!
Ognuno si diverte come crede, no?

lunedì 16 gennaio 2006

In bici

Pedalavo tranquilla, la mente immersa in qualche pensiero vacuo, l'attenzione alla strada ridotta perché tanto alle 6,30 di mattina circola poca gente. Il buio e il freddo dell'inverno non mi hanno mai dato fastidio, ma devo dire che in quel momento avrei preferito fosse giorno fatto.
Non è successo niente di grave a ripensarci: uno in motorino mi ha sorpassata, si è fermato sul ciglio della strada e poi mentre gli passavo davanti ha sussurrato qualcosa. Ho proseguito senza farci caso più di tanto, la prima volta. Ma la cosa si è ripetuta e ho notato che i sussurri erano in realtà frasi sconce. Allora ho cominciato a preoccuparmi. Il tipo ha continuato a seguirmi, sorpassarmi e poi fermarsi. L'ho seminato solo dentro il perimetro dell'ospedale che per chi non lo conosce può essere un vero labirinto. Ma sono arrivata in reparto con la faccia piuttosto tesa.
Niente di grave, OK, ma solo il fatto che uno si senta in diritto di importunare chi gli pare, certo ovviamente una donna, approfittando del buio, ecco, la reputo una totale mancanza di rispetto, peggio, un oltraggio, una sopraffazione, una vigliaccheria.
E in fin dei conti non ha fatto niente.