sabato 26 dicembre 2009

Mapplethorpe, Buonarroti e la custode

Galleria dell'Accademia. In 45 anni non ci ero ancora mai andata. Lo so, vergogna vergogna. Ma ora ho colmato la lacuna e per di più ho approfittato della concomitante mostra di foto di Robert Mapplethorpe.

Una cosa fantastica, un'emozione profonda. Intanto da vera ignorantona non sapevo che la Galleria contenesse anche un mucchio di bei quadri, tra l'altro all'ordine del giorno qui a Firenze e, tralasciandoli, mi son fatta completamente sopraffare dalle sensazioni che le foto sapevano trasmettere: bianchi e neri in contrasto e fusione, forme perfette, luci calcolate e allo stesso tempo naturali, andavo da una foto ad un'altra completamente avvinghiata a ciò che vedevo, tornavo indietro sui miei passi per ricercare un particolare o un insieme, ma piano piano procedevo.

A un tratto abbandonando con lo sguardo l'ultima foto e cercando la successiva......

mi sono trovata di fronte lui, il David. Quello vero.

Come una vera e propria calamita ha attratto tutta la mia attenzione. L'ho trovato talmente bello che non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, è altissimo, è perfetto, gli sono girata intorno sorbendomi quella bellezza come fosse indispensabile, inesauribile e io insaziabile.

A un certo punto però ho percepito qualcosa di stonato, di fastidioso, di deconcentrante. "I'ccellulare", "I'mmi'figliolo", "Sì perchéppoi io gliel'aveo detto".

Ma che è?

Una voce alta di donna, una custode del museo, che coi suoi discorsi vacui aveva rotto l'incanto. E continuava smanaccando per erudire meglio le colleghe sui suoi casi. L'ho guardata come fosse un extraterrestre.

Lì, davanti al David, a tre metri dal David.

Possibile che si debba fare l'abitudine a tutto? Anche alla bellezza?

mercoledì 23 dicembre 2009

Cosa vuol dire avere


..il computer fuori uso per due mesi.

Vuol dire all'inizio diventare scemi a forza di chiamare l'assistenza perché si diano una mossa.

Poi vuol dire rassegnarsi e mettersi a far la fila per una postazione internet in biblioteca.

Vuol dire anche limitarsi a guardare la posta e poco più.

E infine vuol dire darsi pace e riscoprire altre attività. Per esempio i libri, la cui attenzione avevo confinata a una mezz'oretta prima di dormire, sono tornati a farla da padroni e adesso faccio parte di ben due gruppi di lettura.

Ovviamente non tornerò indietro all'epoca del solo digitale, che certo è utile soprattutto per capire chi è questo e quello scrittore per esempio, o per stare in contatto con gli amici lontani, ma vedrò di usufruire del "giusto mezzo" e stare in pace.

Ecco.