lunedì 23 gennaio 2006

Ahii ai ai aiii

C'è un tizio sotto casa mia che tutti i giorni regolarmente e con qualsiasi tempo, compreso il ventaccio gelato odierno, viene e suona la fisarmonica aspettando l'elemosina.
Il fatto terribile è che suona sempre la stessa musichina. Per ore!!"Ahi ai ai aii canta el mio cuoree porché cantando..." e poi non la so più.
Giuro, è snervante. Mi verrebbe la voglia di buttargli una secchiata d'acqua. Ma non ho le finestre nel posto giusto. E poi sarebbe una bella carognata, con questo freddo. Ma almeno smetterebbe...
Ogni tanto capita qualcuno che gli vocia -Oh! Cambia musica!- Ma lui imperterrito. Ahi ai ai aii.
Una mia amica, a cui ho confidato la mia pena uditoria, mi ha consigliato di scendere e dargli 10 euro: così raggiunge la quota e se ne va. Già. Ma domani?
Mi sa che l'unica cosa da fare sia assuefarsi alla ripetizione, un po' come un mantra, e lasciarsi trasportare verso il nirvana.
Ma per l'appunto proprio ora il tizio decide di cambiare repertorio: "Basame basame mucho..."
AIUTOOO

Una giornata nel bosco

Mi sono accorta di aver un po' perso l'allenamento: prima ci andavo più spesso a camminare dalla mattina alla sera. Poi, col tempo, chissà perché queste gite si sono diradate.
Ma ieri è stato perfetto. Sveglia presto, freddo giusto, sole e cielo azzurro. Gli ingredienti ci sono.
Il piacere di mettersi degli scarponi comodi e cominciare a camminare con l'impressione di poterlo fare all'infinito. L'aria frizzante che solletica il naso. La salita che fa passare il freddo in pochi minuti. Addentrarsi nel bosco povero di colori eppure così attraente: intrico di rami dove si intravedono già le prime gemme, stagliati contro il cielo pulito. Qualche sorprendente fiorellino giallo sbocciato al riparo dal vento quasi a volerti dire che la primavera sta' sicuro arriverà. Quella comodissima pietra piatta e asciutta al solicino: posto ideale per fermarsi a mangiare. Il maneggio in cima al colle con quei quattro cavalli immobili e attenti, rinvoltati nelle loro coperte.
E poi gli scarponi che adesso si fanno un po' sentire e non hai più voglia di tenerli all'infinito. Il sole che comincia a calare; il vento che fa lacrimare gli occhi e colare il naso. E allora è un sollievo arrivare alla macchina, sedersi e farsi trasportare, alla buonora!
E poi percorrere gli ultimi pochi metri per arrivare a casa con gli occhi addosso di tutta quella gente vestita bene che è andata a fare un giro in centro e vede passare una rinvoltata in una vecchia giacca a vento, con gli scarponi infangati e lo zaino. Beh, non certo elegante, no, ma soddisfatta eccome!
Ognuno si diverte come crede, no?

lunedì 16 gennaio 2006

In bici

Pedalavo tranquilla, la mente immersa in qualche pensiero vacuo, l'attenzione alla strada ridotta perché tanto alle 6,30 di mattina circola poca gente. Il buio e il freddo dell'inverno non mi hanno mai dato fastidio, ma devo dire che in quel momento avrei preferito fosse giorno fatto.
Non è successo niente di grave a ripensarci: uno in motorino mi ha sorpassata, si è fermato sul ciglio della strada e poi mentre gli passavo davanti ha sussurrato qualcosa. Ho proseguito senza farci caso più di tanto, la prima volta. Ma la cosa si è ripetuta e ho notato che i sussurri erano in realtà frasi sconce. Allora ho cominciato a preoccuparmi. Il tipo ha continuato a seguirmi, sorpassarmi e poi fermarsi. L'ho seminato solo dentro il perimetro dell'ospedale che per chi non lo conosce può essere un vero labirinto. Ma sono arrivata in reparto con la faccia piuttosto tesa.
Niente di grave, OK, ma solo il fatto che uno si senta in diritto di importunare chi gli pare, certo ovviamente una donna, approfittando del buio, ecco, la reputo una totale mancanza di rispetto, peggio, un oltraggio, una sopraffazione, una vigliaccheria.
E in fin dei conti non ha fatto niente.