mercoledì 24 dicembre 2008

Scenette

La nonna novantenne guarda la nipote che sta davanti al computer. La guarda e la riguarda. Alla fine sbotta: -Ma che ci fai tutto questo tempo allo specchio?

Semaforo rosso. Un ragazzo senegalese stracarico di calzini, accendini e fazzoletti offre la sua mercanzia a un tizio che sta attraversando, un rom, il quale infastidito esclama:
-Ma vai a lavorare, vai!

Io e la mia collega spostiamo dal letto alla poltrona a rotelle una signora provvista di busto, collare e tutore alla gamba destra. -Aspetta un attimo, ora ti accompagnamo fuori.
Ma tanta è la voglia di uscire che lei parte da sola, sbaglia le misure e...butta giù l'albero di natale.

lunedì 22 dicembre 2008

En conduisant


Ora immagino che per la maggior parte di voi guidare la macchina sia un'azione talmente abituale da ritenersi quasi indotta, meccanica, più che ovvia.
Per me no.
Lo è stata; in effetti per qualche anno ho guidato molto e tutti i giorni, ma adesso l'unico mezzo di cui ho padronanza assoluta è la bici.
E invece ieri m'è toccato guidare il macchinone. Dopo cena: -Guida te perché io ho bevuto il vino. -Ma io non ho la patente con me! (non la porto mai) -Va beh, se ti trovano senza patente al massimo ti fanno la multa, mentre a me se mi viene positivo il palloncino, me la levano proprio.
Così salgo al posto di guida, sistemo seggiolino e specchietti, metto la freccia, mi sporgo (rimembranze della scuola guida) e finalmente parto.
Oddio che sensazione! Forse esagero, ma è un po' come guidare un aeroplano, e poi basta spostare appena il volante e lei gira! Un po' di gas e va! In autostrada ho addirittura sorpassato due macchine proprio perché -Insomma, non importa tu vada solo a 80!
Fantastico. Dopo un po' riuscivo anche a conversare e, udite udite, il mio passeggero si è perfino addormentato!! Buon segno, no? O era solo che non dicevo niente di interessante.
Comunque a casa ci siamo arrivati, o meglio, davanti a casa: c'era da parcheggiare...Manca poco metto sotto due tipi in vespa. Ma che modi, arrivare così di soppiatto mentre sono tutta impegnata a infilare il macchinone in un posto minuscolo. Più o meno. C'è chi lo riteneva grosso da metterci un tir e quando ho gettato la spugna, me l'ha effettivamente dimostrato. E io ho messo il muso.
Allora sono arrivati i complimenti: -Però hai guidato benissimo.
Smack!


domenica 14 dicembre 2008

Passaggi

Non avere la macchina a volte può essere davvero divertente.
Io oggi ho approfittato di due passaggi, uno per l'andata e uno per il ritorno, con due persone diverse e mi sono trovata benissimo a chiacchierare con loro, benché fossero praticamente degli estranei. E' il principio degli autostoppisti: non sai mai che ti capita, ma a volte trovi dei gioielli.
Buffo perché all'inizio la conversazione è stata formale, un po' tesa, quasi banale, ma poi piano piano si è fatta più viva e sentita e adesso a ripensarci mi sento bene e sono piena di tutte quelle parole fluite fra noi con quiete e serenità.
Un'immersione nella calma, come nell'acqua calda delle terme.
Piacevolissimo.

lunedì 8 dicembre 2008

Ultimo sole

Alzo gli occhi e....



L'ultimo minuto di sole di una giornata serena.
Domani forse pioverà, ma io intanto ho visto questo!
:)

martedì 25 novembre 2008

Guerra e pace

Da una piccola discussione, un battibecco, il clima era mutato in ironico-orgoglioso e mi aveva lasciato il classico amaro in bocca.
Ci ho dormito su e poi la mattina dopo sono andata a comprare un regalo. Un invito alla tregua.
Ho ottenuto addirittura di più: un abbraccio.

mercoledì 19 novembre 2008

Novità in palestra


Hanno da poco messo dei tavolini e un thermos con tisane calde nel corridoio che precede la palestra.

All'uscita, obbligo di assaggio. E poi bere dopo aver sudato fa bene, no?

Quindi mi siedo, verso, zucchero, giro, sorseggio.

Si avvicina un tipo, anche lui deve aver appena finito di sudare, ma non lo avevo notato: io in palestra sono assolutamente asociale. Chissà perché.

Lui invece no: si siede e comincia a parlare, figurati, dei quadri attaccati alla parete.

Per un istante mi chiedo se rispondergli qualcosa, sorridergli soltanto, o guardarlo come fosse un alieno. Di solito è questo che faccio ma stavolta scelgo la prima opzione.

E' anche bruttino, ma poverino, gentile.

Mi ci trattengo per due-tre minuti, arriviamo addirittura a parlare di Parigi.

Poi con un sorriso mi defilo.

Il fatto è che nessuno mi toglie di testa che se un tipo fa il carino con una tipa, anche senza pensarci pensa di...

O sono io la fissata?

venerdì 7 novembre 2008

APO e vai!!!

Ho trovato L'Apo!!!!!! Non prendetemi per matta, si tratta di una cremina nauseantemente dolce che per la prima e unica volta avevo assaggiato in Norvegia, innamorandomene all'istante, e si chiamava in un modo strano che con questa tastiera non si può rendere, ma la pronuncia era quella: Apo.
Insomma, ieri sera mentre cercavo il miele fra gli scaffali del supermercato, l'ho trovata!!! Lei lei lei!! Non credevo ai miei occhi: esiste anche qua e chissà da quando, forse da prima che in Norvegia, ma io ormai mi ero fissata che ci fosse solo là e soffrivo enormemente la sua mancanza.
Ok, prendetemi per matta. Ve lo accordo.
Comunque per bilanciare il dolce della crema "Mouccarella" (qui si chiama così) ho preso anche un barattolo di burro di arachidi.
Ho fatto bene, no?

martedì 4 novembre 2008

Colori

Mi sono accorta solo ora che qui su Viola d'Acqua prevale il rosa. Solo ora. Un po' distrattina, lo ammetto. Ma a voi è mai capitato di dare un genere ai colori? Maschile o femminile, intendo. A me sì, da sempre:

  1. rosa = femmina
  2. rosso = "
  3. giallo = "
  4. arancio = "
  5. bianco = "
  6. viola = maschio
  7. blu = "
  8. verde = "
  9. grigio = "
  10. marrone(ih brutto) = maschio
  11. nero = maschio

lunedì 6 ottobre 2008

:D

Torno dalle vacanze e mi accoglie un clima autunnale a cui faccio fatica ad assuefarmi, mi accolgono le mie colleghe contente del fatto che non dovranno più lavorare al posto mio, e ritrovo il sorriso sdentato, improvviso e breve come un lampo, ma così vero, della Mirella che mi riconosce al di là dell'oligofrenia.
Queste sono le cose che ti riconciliano con la vita.
...e col lavoro.

giovedì 4 settembre 2008

Sentite un po' che mi sta succedendo.


Tutte le volte che vado a lavorare scendo negli spogliatoi e mi cambio, e tutte le volte che ne esco spengo la luce sia del mio sia di quelli che trovo vuoti con la luce accesa.


Ora c'è una tipa a cui questa cosa non va giù. E' convinta che le tenebre attirino ladri e malfattori e quindi, per evitare questo, secondo lei la luce deve restare accesa in permanenza.


Io le ho consigliato di chiudere a chiave il suo spogliatoio, ma lei non mi è stata minimamente ad ascoltare, anzi, ogni volta che mi vede comincia a vociarmi contro minacce e improperi e oggi siamo arrivati addirittura alle maledizioni: ti auguro che tu ci possa rimanere attaccata con le dita (non è toscana) e con la bocca. All'interruttore, immagino.


A me scappava da ridere mentre le ho detto altrettanto a te, ma...


Ma ad esser sinceri, soprattutto dopo il post di Arte, la cosa mi ha un po' inquietato.

venerdì 15 agosto 2008

Viaggio nel tempo


In libreria una copertina attira la mia attenzione: uno scorcio del Duomo dal lato sud, preciso a una foto che ho fatto tempo fa. Io e chissà quante migliaia di turisti.

Prendo il libro e inizio e leggere. Vengo trasportata in un'altra epoca, nella Firenze rinascimentale. La scrittrice è brava a descrivere le vie e la vita del tempo; mi ci sento dentro, vedo quello che descrive, sento i suoni, riconosco i posti. I carretti che passano, le botteghe degli artigiani, gli uomini in calzamaglia. Sono lì; loro non mi vedono, ma io ci sono.

Continuo a leggere e il tempo passa senza che me ne accorga. Grande idea aver messo le poltrone nelle librerie. Improvvisamente un altoparlante avverte dell'imminente chiusura del negozio. Mi alzo frastornata, metto a posto il libro, esco.

E mi ritrovo in quelle stesse vie, fra quegli stessi palazzi, cinque secoli dopo.

E mi ci vuole qualche minuto per rientrare completamente nel presente fatto di macchine, semafori, sirene ululanti e turisti accaldati.

Mi avvio verso casa. Ma la speranza di imbattersi in messer Leonardo è ormai svanita.

martedì 12 agosto 2008

La montanara
















Che impressione m'ha fatto sentir parlare di luoghi impervi, alti e faticosi da raggiungere, da una signora di 83 anni.

Normalmente sarebbe una conversazione da fare fra gente in forma, nel pieno delle sue capacità fisiche: -Sai, oggi siamo stati ad arrampicare sui Bimbi- Davvero? e da dove siete passati?- Dal bivio per Stazzema, poi su al rifugio Giorgini fino alla Baita di Gabriello-.

E' strano perché io una signora di 83 anni la vedrei bene a chiacchierare di giratine in centro o di vacanze al mare e invece lei sapeva tutto di quei luoghi come se ci fosse già stata. E c'era già stata infatti: è nata lì, quelli sono i suoi luoghi come i miei sono Borgo San Iacopo o Piazza della Repubblica (tutti pari!).

E li ha visti quando ancora erano sconosciuti ai più, le Apuane, e che roba è? Quando pullulavano di partigiani a loro perfetto agio in un ambiente boscoso, pieno di grotte e anfratti; e di tedeschi.

L'ho invidiata, lo ammetto, io che vado lassù una volta ogni tanto e che faccio sì le cose più difficili, ma che poi me ne torno alla mia calma piatta.

Lei no, lei resta lassù, fra gli gnomi, i boschi e le leggende.

martedì 5 agosto 2008

Senza parole


I tre bambini giocano in piscina, si lanciano a turno una palla e corrono a riprenderla quando va fuori sul prato, fanno a gara a chi arriva primo.

Noi stravaccati al sole, chiacchieriamo pigri.

A un certo punto salta agli occhi, anzi agli orecchi, un particolare: quei bambini stanno zitti, giocano, ma non parlano, non urlano, non dicono niente.

Strano. Di solito a mettere insieme dei bambini sono fortemente consigliati i tappi per le orecchie.

Ma questi nulla. Sorrisi, esclamazioni tutt'al più, nient'altro.

Ma com'è?

Alla fine ecco svelato il mistero: sono uno tedesco, un altro francese e la terza norvegese.

Giocano a palla in una piscina nel cuore della Toscana, Italia, Europa.

sabato 26 luglio 2008

Stronzina

Esco di casa e mi vedo davanti i vigili, anzi vigilesse, che ha la sua importanza. Blocchetto alla mano stanno facendo la multa a dei motorini parcheggiati lì, in area pedonale. Intorno a casa mia è tutta area pedonale. Per modo di dire, perché poi ci passano con ogni mezzo, eccettuati i tir.
Mi allontano a piedi e poco più in là vedo un motorino venire nella mia direzione. Il conducente non ha ancora subodorato il pericolo dietro l'angolo.
Gli passo accanto: -Ora lo avverto, ora lo avverto, ora lo avverto-.
Non l'ho avvertito.
Mi giro e con la coda dell'occhio vedo una paletta che si alza. Beccato.

E ora? Sono contenta o no? Ho fatto quello che dovevo?

Non mandatemi a quel paese, oppure fatelo, ma onestamente credo di sì.
;)

giovedì 24 luglio 2008

Come è leggera la vita


-Sì, pronto?-
-Sono io. Mi hanno messo sotto in Piazza della Libertà. Il cane...-
Non so neanche io come, ma trenta secondi dopo sono già sulla bici che pedalo a tutta forza scansando e maledicendo turisti interdetti.
Vedo un'ambulanza ferma e mi ci precipito; infatti è lì: lui già steso sulla barella, non c'è sangue e questo mi rincuora, parla, mi dice dove gli fa male, è impaurito; il cane, tenuto a guinzaglio da una signora sconosciuta, appena mi vede mi fa le feste, incolume. La bici buttata per terra in una posizione anomala. I vigili, palette, fogli, domande, gentili però. Una macchina bianca e un vecchietto stranito che guarda la scena con l'aria di chi è appena sceso dalle nuvole.
Lui viene caricato in ambulanza, una volontaria cerca di misurargli la pressione, ma ha delle difficoltà. -Ce l'ha sempre bassa- l'avverto, -Vuole che la prenda io? Sono un'infermiera- Neanche mi degna di risposta: infermiera sì, ma inopportuna. Comunque chissenefrega della pressione.
-Dove lo portate?- Al CTO- Al traumatologico? Strano, penso, io avrei scelto il Pronto Soccorso generale. Ma chissà perché non obbietto niente. La solita accettazione di fronte all'autorevolezza.
Sbagliatissimo.
E infatti quando raggiungo il CTO e chiedo di lui, mi rispondono che lì non c'è, non ne sanno niente.
Bene, allora ho solo un'altra opzione e mi rimetto a pedalare alla volta del Pronto, il mio Pronto, ci ho lavorato cinque anni, che per fortuna è lì vicino.
Infatti lo trovo. Codice giallo. Mi faccio finalmente raccontare cos'è successo. Era fermo in bici a un semaforo rosso, il cane nel cestino, quando improvvisamente e senza motivo una macchina gli è andata addosso. E' stato sbalzato in aria ed è ricaduto prima sul cofano e poi per terra. Il cane, più elastico, è atterrato senza danni, lui invece contusione al fianco sinistro.

Vabbè, basta. E' finito tutto bene: nessun danno agli organi interni, solo un po' di dolore per una costola fratturata. Risolvibile con antidolorifici.

Poi a poco a poco le riflessioni: -Certo mi è andata bene. Potevo battere il capo, rompermi qualcosa, anche restare paralizzato. Tutto in un attimo.-
"Come è leggera la vita"

martedì 10 giugno 2008

La felicità 3

Insomma, e con questo chiudo con l'argomento, la felicità è quando ti rendi conto che la vita è proprio bella.

sabato 7 giugno 2008

La felicità 2

Metti a sedere una signora per farle fare colazione, poi le porti una bacinella per lavarsi i denti e infine le sciacqui la tazza. E lei ti ringrazia ad ogni passo che fai grazie grazie grazie finchè non ti vede più perché sei uscita dalla sua stanza. Tu che puoi, lei no.

venerdì 6 giugno 2008

La felicità

Sei lì tranquilla a prendere il sole sul bagnasciuga. Qualche ondina arriva a lambirti i piedi. Non ci fai quasi caso. Poi all'improviso CIAF ecco quella grossa, improvvisa, inaspettata e ti bagna da capo a piedi, ti investe, ti inzuppa, ti travolge, ti sposta con la sua forza, quasi ti porta via.
E te sei lì, frastornata, incredula, ma guarda che m'è capitato.
Insomma, a questo punto buttati e via! E' così bello il mare.

martedì 13 maggio 2008

Palestra


Sono tornata in palestra dopo un riposo forzato: contusione a un ginocchio da caduta di bici.
Ho cercato di contenermi con gli esercizi, ma ora mi fa male tutto! Oddio che catorcio!
Ridotta alla ginnastica dolce per anziani. Sob.

venerdì 9 maggio 2008

Casa mia


La finestra sui tetti è aperta, finalmente, ed entra un'aria tiepida e piacevole. Ma non solo, entra il ciguettio dei passerotti, il suono di una fisarmonica, un leggero brusio che mi ricorda comunque dove sono: nel pieno centro di una città turistica e superaffollata.

E' il mio nido tranquillo. Per ora. Ma la voglia di andarmene da qui monta giorno dopo giorno (comunque sto al 4° piano).

Può darsi. Può darsi.

martedì 6 maggio 2008


Altissimu,

onnipotente bon Signore,

Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,

et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,

spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.

Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infrmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare:

guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;

beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli

cum grande humilitate.

lunedì 24 marzo 2008

Gatto nero

Vi è mai capitato che un gatto nero vi attraversasse la strada? A me due volte: la prima mentre stavo andando a dare l'esame di maturità, che ho passato senza lode nè infamia, come del resto mi aspettavo, e la seconda volta ieri, mentre tornavo a casa. E sono arrivata.

La cosa buffa è che il tipo sulla corsia opposta che si è visto tagliare la strada da quella freccetta nera come a me, lui si è fermato ed ha lasciato che qualcuno lo sorpassasse e si prendesse così la malasorte al posto suo. Ma via!!

Però chissà, forse io sono immunizzata da 13 anni di convivenza con lui:

venerdì 21 marzo 2008

Al cinema

Le due amiche erano entrate nella sala semivuota del pomeriggio e si erano sedute nelle poltrone rosse convinte di vedere un filmino tranquillo, divertente, bellino.
Invece no.
Era uno strano film, un cartone animato "povero", bidimensionale, come non siamo più abituati a vederne. La storia però da urlo: l'adolescenza di una ragazza iraniana che ha vissuto i cambiamenti epocali dallo scià fino al'integralismo di oggi.
La guerra fatta con le stesse armi fornite anche al nemico, le morti inutili, le delazioni, la mancanza di libertà, il velo.
Sprofondate nelle poltrone le due amiche erano sempre più sconvolte ma catturate da quelle semplici immagini che sapevano essere più esaurienti della realtà.
Una si riprometteva di far vedere il film ai suoi allievi; l'altra cercava di mascherare l'emozione chissà come perché non aveva neanche il fazzoletto a portata di mano.
Poi la botta finale: un semplice particolare, due parole, ma dette con quella intonazione e l'uso del fazzoletto è divenuto una necessità imperante.
- Accidenti, non credevo che ti avesse così sconvolta! -
-No no, ora mi passa -
Un semplice particolare, due parole che avevano risvegliato un ricordo sopito, una persona speciale. Che non vedrò più.

sabato 8 marzo 2008

Sette segreti

1. Quando ero bambina ho tagliato in due delle formiche stupendomi di come continuassero a muoversi per un po'. Ancora oggi mi chiedo che razza di mostro fossi.

2. Ai tempi delle scuole medie avrei dato non so che per essere un maschio o comunque per sembrarlo. Come donna mi sentivo estremamente vulnerabile, poi ho fatto diversi anni di ju-jitsu e mi sono sentita meglio.

3. Mi capita di lasciarmi prendere da improvvise e furiose antipatie verso persone magari appena intraviste. Non sarà che do troppa importanza al linguaggio non verbale?

4. Rimpiango i brevi periodi dell'innamoramento, quella sensazione di svagatezza, imbambolamento, fluttuante felicità, alternati alla cupa disperazione di un dubbio improvviso: -e se lui non...-

5. Fufi, il mio gatto-rospo. Non lo sopporto più. Penso seriamente al divorzio.

6. Ho molta molta molta stima di me stessa. Il che mi porta a giudicare gli altri forse più aspramente di quanto meriterebbero. Anzi, di certo.

7. Davanti alle Ninfee di Monet mi sono messa a piangere: mi vergognavo come una ladra sperando che tutti pensassero ad un forte raffreddore, invece no, è l'emozione, come quando passano i cortei coi costumi storici per le vie della mia città, una cosa messa su per i turisti, ma io piango.

giovedì 14 febbraio 2008

Mare made in Ithaly

Una giornata d'inverno al mare,



la spiaggia bianca

e i colori caraibici


...di Rosignano Solvay.


Tango al Sale



No, non si tratta di una nuova trovata per invogliare la gente a fare i corsi, è solo il nome del teatro dove ieri c'era questo spettacolo con chitarre e ballerini, che ho molto apprezzato.
In effetti devo ammettere che la voglia di imparare viene e anche prepotentemente. Ma quello che poi mi frena è che per imparare ci vogliono anni e neanche ci si arriva a certi livelli, ormai.
Quindi lascio perdere la pratica e mi dedico alla contemplazione.
Tutto qua.

venerdì 11 gennaio 2008

tratto da "Moby Dick"

"Sì, c'è la morte in questa impresa della caccia, l'indicibilmente fulminea, caotica spedizione di un uomo nell'Eternità. Ma, e con questo? Io credo che abbiamo preso un grosso abbaglio in questa faccenda della Vita e della Morte. Credo che ciò che chiamiamo la mia ombra sulla terra sia la mia sostanza vera. Credo che nel guardare alle cose spirituali, noi siamo come ostriche che osservano il sole attraverso l'acqua e ritengono quell'acqua densa la più sottile delle atmosfere. Credo che il mio corpo sia soltanto la feccia del mio essere migliore. Di fatto, prenda il mio corpo chi vuole: prendetelo, non sono affatto io. E allora tre evviva a Nantucket, e venga la lancia sfondata e il corpo sfondato quando vogliono, poiché di sfondarmi l'anima, nemmeno Giove è capace."