mercoledì 18 ottobre 2006

Nobiltà decaduta

La prima cosa che si nota di lei sono i capelli, anzi la parrucca, lunghi, neri, lucidi, veri senza dubbio, forse erano i suoi. Quelli di adesso si intravedono sotto, crespi e grigi.
E' alta e secca, gli occhi diafani protetti dalla frangia e da enormi occhiali da sole. Ci vede poco comunque.
L'abbigliamento è bizzarro: una giacca nera avvitata, una sottanina fatta all'uncinetto come quelle coperte con tanti quadratini cuciti insieme; calze leopardate che si tuffano dentro a bassi stivaletti slacciati; una borsetta portata con noncuranza.
Un tipo eccentrico, diciamo.
Una donna anziana, sola, che vive di ricordi e certo di glorie passate. Una persona gentile e sensibile, costretta a disfarsi di una proprietà fantastica sulle colline intorno a Firenze. Le sue piante, i suoi vasi, il gazebo, i rosi.
Mi vuole regalare un acero, uno di quegli alberi che diventano tutti rossi in autunno, perché ha sentito che qualcosa ci accomuna, così come l'ho sentito io.
L'avrei abbracciata, di getto, solo per consolarla, per proteggerla, per compassione. Ma poi non l'ho fatto, forse si sarebbe spaventata.
Però è bello quando all'improvviso capita di trovarsi in perfetta sintonia con un'altra persona. Ti lascia la bocca dolce e l'anima leggera.

lunedì 16 ottobre 2006

Giudizi affrettati

"-Ma è vecchia!-, dissi. La reazione di Berenson fu violenta. -Quello che avete detto è volgare. Spero che non sarete così sciocca da credere che la giovinezza sia un merito. Anche i cretini sono giovani; ma per fare una 'vecchia' come la Wharton ci vogliono anni e decenni di educazione dello spirito, ci vuole una vita intera di lavoro, d'intelligenza e, quando il tempo incalza, anche di coraggio-."

Tratto da "Il segno sul braccio" di Clotilde Marghieri