Mi sono alzata presto, prima che suonassero le campane, perché sapevo che c'era e volevo arrivarci prima della ressa.
Ce l'ho fatta.
Eccolo qua: il prato.
Che impressione passeggiarci sopra. Eppure è erba, semplicissima erba, ma a me sembrava davvero di camminare "sull'ova".
Ho girellato in lungo e in largo per piazza del Duomo, cosa che non facevo da anni perché ormai questa è territorio incontrastato dei turisti e noi fiorentini ci si passa solo se si deve, smadonnando fra una gomitata e un'altra e apparendo in una quantità incredibile di foto che ci raffigureranno in ogni angolo del pianeta.
Una gran bella consolazione.
Dietro al Battistero c'è anche un alberino:
è il gemello della colonna lì accanto. Si narra che durante i funerali di Zanobi, amatissimo vescovo di Firenze (V sec. d. C.), poi fatto santo, il feretro abbia urtato un albero secco lì accanto al Battistero e che questo abbia rimesso le foglie. Per commemorare il fatto fu eretta una colonna dove c'era l'albero (voglio sperare una volta seccato definitivamente) e oggi abbiamo di nuovo anche l'alberino.
Poi c'è il David. Beh, non certo LUI; una copia.
In plastica, ma di uguale grandezza. A questo proposito ci sarà anche una conferenza sul futuro delle opere d'arte in plastica. Già, perché la plastica dopo qualche decina d'anni si comincia a sbriciolare e verrà quindi irrimediabilmente perso un patrimonio. Ma se l'artista usa la plastica probabilmente ha fatto i conti con la sua peritura essenza, avrà preso in considerazione il fatto di non rimanere a lungo nella memoria collettiva, almeno quella tattile, fisica. Quindi affari suoi, no?
Sarà che non amo la plastica, s'era capito.
Insomma oggi c'è un prato intorno al Duomo.
Non stiamo a pensare a quanto è costato e a come avrebbero potuto essere utilizzati altrimenti quegli euro.
Godiamoci il verde.
6 commenti:
A me piace.
Si possono sempre trovare altri modi e altri scopi a cui destinare fondi, dipende dal criterio che si adotta. Per me, che non lo vedrò mai di persona, quel prato davanti al Duomo è bello perchè effimero.
Io invece nutro lo stesso dubbio.
un prato di plastica????
anche se l'effetto ottico non è male non mi piace ...è vero come la finzione
No Zefi, il prato era di vera erba, sai quella a zolle. Poi lo hanno riciclato regalandolo a varie scuole, pare.
Spesso la precarietà di qualcosa la rende ancora più affascinante.
Ciao Camilla. Come stai? Molto latitante in questi mesi in rete, eh? Spero per pigrizia e non per problemi.
Ti ho pensata quando ti ho visto nel calendario del Comune di Firenze.
Nel mio ultimo post l'ho linkato perchè mi è sembrato davvero bello.
Come è che vi hai partecipato?
Un abbraccio. A presto.
Ciao Artemisia, più che latitante, decisamente desaparecida.
Ma ora sono qua, chissà perché me ne è tornata la voglia.
Ti ho pensato in questo tempo, ho ripensato alla tua casa in campagna/mare e alle camminate che abbiamo fatto. Con piacere.
La foto sul calendario è facilmente spiegabile: la fotografa che l'ha redatto è una mia amica; quella foto l'abbiamo fatta a casa sua insieme ad altre decine una mattina che avevo appena finito di lavorare. Sarà stato il sonno a creare l'atmosfera... ;)
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